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Dalla redazione
lunedì 6 novembre 2017

Lugana, il fascino del piatto

A sud del Lago di Garda la qualità si fa in terreni pianeggianti ricchissimi di argilla idrorepellente, quello che un tempo lontano erano inospitali paludi, ora bonificate.

Fabio Poli


Le colline moreniche sono un arco naturale rivolto a nord che trattiene le correnti fredde trentine; all’alba arriva il Pelèr, da sud, per compensazione, si genera la più leggera Ora. Pochissimi chilometri dalla riva del Lago e la temperatura scende di 3-5 gradi, forti escursioni termiche giorno e notte ed ecco i profumi.

Sarà forse per questo che qui, da sempre, si coltiva a guyot rivolto a nord, baciato dal sole su entrambi i lati ed in direzione dei venti. l vitigno è la turbiana, in passato confusa con il trebbiano di soave o il verdicchio, geneticamente molto simili, ma nessuno si fida del risultato finale.
Meglio farsi fare delle barbatelle dalle vecchie vigne e, se non le hai, meglio chiederle al vivaio di riferimento Le Morette, quelli del Lugana Mandolara, Benedictus e la Riserva, per capirci.

Tenuta Roveglia ha dedicato a questo scopo due ettari dove, in collaborazione con Consorzio Tutela e Università di Milano, coltiva e segue ben 60 diversi biotipi di questo vitigno indigeno per valutarne i migliori per la produzione. Un grosso sforzo anche economico per l'azienda, visti i prezzi che spunta questo vino: il più caro vino bianco fermo di Veneto e Lombardia, l’uva più costosa d’Italia.

Che non è invece in il vino più costoso d’Italia se lo si considera a distanza di tempo. Qualche azienda propone a listino versioni molto “adulte” a prezzi decisamente contenuti, e se l’attesa per le bottiglie è a carico del consumatore ecco arrivare emozioni e soddisfazioni, anche economiche. Ca’ Lojera, per fare un esempio, ha inviato per Vinetia il Lugana Annata Storica 1999, attualmente a listino a 20 euro. Ricordate quindi, e scusate il gioco di parole, di dimenticare qualche bottiglia in cantina.

Ben 5 versioni, il “base” lo spumante ed un triplete di versioni estremamente intriganti: il Superiore, la Riserva ed il Vendemmia Tardiva. Quest’ultima prodotta, quando il meteo lo permette, da sole tre aziende: Tenuta Roveglia, Marangona e Perla del Garda.

Pur non arrivando alla scelta radicale della vendemmia tardiva, che comporta il rischio dell’intera produzione, c’è qualche azienda che tenta, anche sui Lugana, di posticipare la vendemmia il più possibile con le uve defogliate e, di certo, non dormendo sonni proprio tranquilli: Cascina Maddalena è tra queste.

Tenuta Roveglia

Azienda storica di proprietà svizzera di 100 ettari nel cuore produttivo, in una delle zone più basse dal punto di vista altimetrico. Paolo Fabiani, il direttore, è uno degli autori di questo grande successo della zona. Non ci sono zone dedicate a fare le diverse tipologie di vino, ma vigne di turbiana dedicate. Le più giovani per il vino da tavola, quelle di mezza età per il Lugana Limne, le più vecchie, oltre 55 anni di età, per il Superiore Vigne di Catullo. Una piccola zona, poi, è dedicata al Vendemmia Tardiva Filo di Arianna. Si aspetta fino metà novembre con la speranza di almeno due gelate e, se le brutte uve botrytizzate restano su, il risultato sarà eccezionale.

Corte Anna

Piccola azienda di soli 9 ettari. Un Lugana e un Superiore, l’Antico Vigneto, il miglior vino bianco per Vinetia 2017 con il 2012, con le vigne che ha trovato Marco Palvarini negli anni 70 quando ha acquistato l’azienda. Le uve raccolte tardivamente trovano quasi sempre l’attacco della muffa nobile e danno al vino sensazioni muffate e di zafferano, senza essere “estremo” come vorrebbe il Disciplinare di Produzione per il Vendemmia Tardiva: minimo 12 gr/L di zuccheri residui. Particolare, ma anche ben bevibile, secco, con soli 3 gr/l di zuccheri.

Montonale

Con la costruzione di una moderna cantina in bioedilizia con muri di paglia di riso e completamente auto sostenibile per energia ed azoto prodotto, la famiglia Girelli che fa vino da quattro generazioni esce sul mercato con nuove etichette. Ma, soprattutto, con la voglia stilistica di tirare fuori il meglio dell’eleganza, e non solo la forza, che il territorio riserva. E le soddisfazioni non hanno tardato ad arrivare. Siamo a Montonale, nell’estremo ovest della denominazione. Qui le argille si fanno più scure, arriva la torba, e siamo a qualche metro sul livello del mare. L’Orestilla è l’emozionante cru dell’azienda, da un vigneto dedicato che da sempre dà vini diversi, forse per l’ancora più diverso microclima: è a ridosso di un bosco.

 

Tutti, i tanti piccoli produttori e i pochi grandi, sono ben consapevoli del momento di grande gratificazione da parte del mercato, e stanno ulteriormente investendo in qualità del prodotto grazie anche ai forti stimoli dati dal Consorzio Tutela diretto da Carlo Veronese, tecnico capace, ma anche uomo innamorato del suo territorio. Ne consegue un clima positivo, stimolante per i produttori, intrigante per i consumatori.

E pensare che Hugh Johnson lo liquidava così sull’Atlante Mondiali dei Vini solo tre decenni fa: “Il Lugana bianco dell’estremità meridionale del lago di Garda è una variazione particolarmente invitante di Soave, con una punta di saporosità in un bianco perfettamente secco”.

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