Wine Experience
Dalla redazione
lunedì 13 maggio 2019

Il Verdicchio tra Jesi e Matelica

Un bianco sorprendente per fibra, sapidità e longevità

Maria Grazia Melegari


Il viaggio nelle terre del Verdicchio tra Jesi e Matelica si è svolto sotto la guida esperta e appassionata del critico indipendente Francesco Falcone, che ci ha fornito “un supplemento d’indagine” su quello che a prima vista sembra un atto dovuto: l’inclusione del Verdicchio di Jesi e Matelica tra i grandi vini bianchi italiani di territorio.

Si parla spesso genericamente di Verdicchio, identificando con un “diminutivo” un vino semplice e dissetante che è l’opposto di quel vino originale, versatile e capace di evoluzione nel tempo che la varietà trebbiano è in grado di esprimere in questi territori di produzione.

Francesco ci ha condotto alla scoperta di un vino “archetipico” sotto più punti di vista: bianco dell’Italia Centrale, bianco dell’Adriatico e bianco di “fibra”. E soprattutto un vino dal carattere simile a quello delle genti Marchigiane: mite fuori ed energico dentro.

Verdicchio di Matelica

Prodotto da 12 aziende su 220 ettari posti quasi interamente in provincia di Macerata, nella Valle Camertina, un altopiano chiuso al mare.  Rispetto a quello dei Castelli di Jesi presenta un profilo più succoso e meno ampio al gusto. I vini sono più nervosi e meno densi. 

Bisci - Verdicchio di Matelica Vigneto Fogliano 2016
Il Cru Vigneto Fogliano è il fiore all’occhiello di quest’azienda storica: vigne di 40 anni poggiano su marne e arenarie e danno un vino completo, teso e ricco di sfumature: agrumi, tiglio, pesca e lievi note vegetali. Bocca austera, non di troppo volume ma succosa e saporita. Di carattere, evolve nel bicchiere e può invecchiare bene. Viticoltura biologica.

Cantine Belisario - Verdicchio di Matelica Ris Cambrugiano 2015
Nasce dall’assemblaggio delle migliori uve di questa cooperativa che rappresenta un caso virtuoso. Matura in stile borgognone in legno piccolo. Un vino complesso e unbratile dai toni olfattivi minerali e freddi di albedo del limone, pompelmo; al palato ha una tessitura calda, con bella chiusura sapida. Vino di personalità che ricorda i bianchi dell’Anjou.

 

 

Verdicchio dei Castelli di Jesi

Prodotto da 150 aziende su 2178 ettari in gran parte n provincia di Ancona e in 3 comuni della provincia di Macerata. I vini non sono mai particolarmente esplosivi nei profumi, ma sono vini “di bocca” più solidi e progressivi che slanciati. Prototipo del “vino bianco di fibra” il Castelli di Jesi ha calore e sapidità pronunciate.  La degustazione ha permesso di approfondire le sfumature delle diverse zone: Montecarotto e Serra de’ Conti sul versante sinistro del fiume Esino, dove i terreni sono più sciolti, tufacei e limoso-sabbiosi di media collina; Cupramontana, San Paolo di Jesi e Staffolo sul versante destro, dove sono predominanti marne e arenarie di alta collina; Morro d’Alba con dolci rilievi vicini al Mare Adriatico.

Poderi Mattioli - Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup Ylice. 2016
L’azienda è giovane, ma è già di riferimento. Le uve provengono da un’unica vigna di 13 anni posta su terreno sabbioso tufaceo. Note floreali, di erbe officinali e di agrumi si accompagnano a sfumature di pesca bianca. La lavorazione in riduzione esalta toni salmastri e di pietra focaia. La bocca è sottile ma dinamica e slanciata in un finale quasi salino di bella freschezza e armonia. Può ricordare un giovane Chablis Village. Viticoltura biologica.

Marotti Campi - Castelli di Jesi Verdicchio Cl. Ris. Salmariano 2014
Fondata a metà dell’Ottocento è l’azienda più antica nell’areale di Morro d’Alba. Le vigne hanno circa 35 anni e poggiano su terreni argillosi. Anche in un’annata fredda come la 2014 il vino mostra un particolare spessore.  Note di acacia e frutta matura delineano un temperamento caldo e potente, con un centro bocca morbido ma ben bilanciato dalla freschezza. Elegantissimo e lungo il finale.

Fattoria San Lorenzo - Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Campo delle Oche 2014
Lo stile di Natalino Crognaletti è sinonimo di robustezza e complessità aromatica e questo vino maturato in cemento e acciaio può essere considerato un “archetipo jesino”. Colpiscono i toni caldi e mediterranei che spaziano dalla frutta matura, alla pasticceria, alle erbe aromatiche, a toni di incenso e di sali termali.  Una complessità intrgante che si apre in un sorso polposo ed energico. Viticoltura biologica.

Fratelli Bucci - Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Ris, Villa Bucci 2010
Difficile non ripetersi quando si parla di quest’azienda storica che unisce costanza produttiva e capacità di esprimere al meglio vigne e annate. In questo 2010 (in Magnum Vintage Collection) dai tratti borgognoni, si ritrovano i tratti di un grande bianco: una misurata nota ossidativa amplifica l’energia gustativa su note floreali dolci, miele, nocciola con un finale ammandorlato.  Un vino sussurrato e impeccabile. Viticoltura biologica.

La Distesa - Terre Silvate 2017
È un Marche Bianco Igt che può risultare “sopra le righe” a chi non conosce Corrado Dottori, vignaiolo di Cupramontana che produce secondo la filosofia “naturale” con interventi minimi in vigna e in cantina. Le uve provengono da tre diverse vigne. Vinificazione in cemento con lieviti indigeni e lunga sosta sulle fecce fini.  Si presenta velato, con profumi agrumati e lievemente vegetali; solletica il palato con una sottile vena di carbonica e una trama succosa e sapida. Rivela il carattere cuprense nella sua essenziale e quasi scabra naturalità.

La Marca di San Michele - Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Ris. Passolento 2013
A 400 metri di altitudine, S. Michele di Cupramontana è tra i cru più importanti della denominazione, con i suoi terreni di marne calcaree purissime. Un Verdicchio dall’ampiezza aromatica trascinante che nelle sue note evolute ricorda un Blanc de Noirs: anice e spezie, conchiglie, tabacco, inchiostro; scuro e affusolato nel finale che sa di lampone e sottobosco. Viticoltura biologica/biodinamica.

Fattoria Coroncino - Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Ris. Gaiospino 2015
I vini di quest’azienda fondata negli anni Ottanta da Lucio Canestrari hanno un profilo alcolico generoso e questo Verdicchio Riserva, frutto di vendemmia tardiva e affinato in legni piccoli, non fa eccezione: è denso, caldo, saporito e vigoroso, su note di pesca, frutta tropicale, nocciola e zucchero filato, con un finale equilibrato da una buona sapidità. Un vino dalla decisa personalità che può evolvere bene. In conversione biologica.

 

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