Wine Experience
Dalla redazione
martedì 10 maggio 2022

Tra equazioni e bollicine:

Un viaggio nel calice dello champagne


Massimo Soccol

Forse sono poche le persone che si divertono risolvendo formule di fisica e chimica, ancor meno quelle che visionano immagini da microscopio, ma se il tema che li accomuna è l’effervescenza dello champagne tutto può cambiare. Come un calice vuoto e cristallino si riempie di vivacità nel momento della mescita anche l’interesse della serata “Un mondo di bollicine, la scienza dell’effervescenza” si è colmato di spumeggiante trasporto. L’introduzione storica della dott.sa Daniela Guiducci ha spalancato le porte del passato all’intera sala. Ci ha condotti agli albori dell’effervescenza, quando veniva guardata con sospetto più che frizzante curiosità. Con eleganza e precisione sono stati narrati i momenti salenti della cultura enologica, delle tecniche di fusione del vetro e della tecnologia per l’imbottigliamento che hanno portato nei giorni nostri, nei calici nostri, un prodotto che negli ultimi anni sta vivendo un’impennata di interesse e di diffusione senza precedenti. Dalla storia si è poi passati alla cattedra universitaria del Prof. Gérard Liger-Belair che ci ha guidato nel cuore pulsante ed effervescente della serata. Tradotto con passione e profonda conoscenza dell’argomento da Giuliano Boni, relatore della serata, il professore francese con la sua eloquenza ha proiettato l’intera sala nel microscopico mondo delle boules. Dalla fase iniziale della decompressione che vede sfiatare l’anidride carbonica all’esterno della bottiglia a ben 60Km/h alle visioni a rallentatore della nube che si viene a creare nel magico momento dello stappo.

La stessa genesi della bolla, la nucleazione, la sua ascensione verso l’alto e il finale momento dello scoppio sono stati impressionati con sofisticate attrezzature che hanno permesso al professore e alle sue equipe di studiare per oltre vent’anni tutti i fenomeni che non riusciamo ad osservare ad occhio nudo, ma possiamo solo percepire con la degustazione. L’esposizione delle immagini a microscopio, dei filmati con oltre 50.000 scatti al secondo hanno regalato all’intera sala momenti di pura emozione. Vivaci e briosi come le boules nei calici molti ospiti hanno approfittato dell’occasione per porre domande al prof. Liger-Belair chiedendo consigli sulla forma ideale del bicchiere, sulla sua eventuale puntinatura a laser e sulla temperatura di mescita per ottenere risultati ottimali. E come la cultura scientifica ha riempito di effervescenza la metà del calice, l’altra metà è stata colmata dalla triplice degustazione di champagne a fine serata. Una verticale nel Coté de Blanc Chardonnay, iniziando con una giovane bottiglia del 2021 per poi scendere in un calice millesimato affinato del 2012 e con un piccolo passaggio in botte per poi atterrare sui sorsi del 2003 ancora vivaci nonostante i quasi vent’anni di affinamento in bottiglia. Una serata meravigliosa che ha fuso assieme scienza e passione.

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