Francesco Mancini
Il ritorno di Vino Vip Cortina era atteso. L’attesa e l’aspettativa si sa, possono giocare brutti scherzi ad un evento che, di volta in volta, ha sempre dimostrato di sapere alzare l’asticella con le novità, le location stupende, qualche new entry tra i produttori e gli storici che fanno sempre la loro parte.
Il salto dell’edizione 2021 ha contribuito a creare ancora di più questo stato d’animo di attesa e di ritorno alla normalità.
È trascorsa più di una settimana dalla conclusione: ci vuole tutta per far decantare e assimilare le tante emozioni ed esperienze che si respirano nella due giorni di Vino Vip.
La XIII° edizione andrà in archivio intanto come la prima svoltasi in un’annata pari, e la cabala è stata sfatata, poi ha confermato l’ottimo stato di salute di questa manifestazione, che ormai si può dire ha messo radici ferme nella conca ampezzana, e della macchina organizzativa di Civiltà del Bere.
Le novità di questa rassegna, accolte con un punto interrogativo, hanno contribuito solo a dare un ulteriore tocco di vitalità ad un evento collaudato dove l’alchimia, quando tutto è curato nei dettagli, la creano gli ospiti, i produttori, gli addetti ai lavori e i tanti appassionati che ruotano intorno ad un mondo, quello del vino, che è impossibile afferrare e conoscere pienamente.
Partiamo dalla sede della cena di Gala, tenutasi quest’anno sulla terrazza dell’hotel Belleveu: gli invitati hanno potuto ammirare il tramonto rosa sulle Dolomiti Ampezzane, ad un passo dal vocio di Corso Italia, degustando tutti i cavalli di battaglia delle 59 cantine. Un'esperienza semplicemente unica.
Chi voleva poi, subito dopo la cena, ha potuto rilassarsi visionando la storica pellicola con Terence Hill “...Continuavano a chiamarlo Trinità” in occasione del cinquantennale dall’uscita.
E il Grand tasting finale? Il grande punto di domanda alla vigilia di questa edizione. Per la prima volta la sede non era il Faloria, bensì il Golf Club di Cortina: anche per i più scettici le remore si sono dissolte in poco tempo, orientativamente tra la consegna del calice di degustazione in accettazione e l’ingresso. L’accoglienza e la pace di un posto come il Golf Club e la possibilità di poter degustare i 177 vini proposti dalle 59 cantine più importanti a livello nazionale, unitamente ai racconti diretti di chi il vino lo fa, hanno dissolto tutti i dubbi.
L’organizzazione ha pensato però che il Faloria non poteva mancare del tutto: ecco il brunch nella tarda mattinata di domenica riservato ai soli produttori e organizzatori impegnati nell’evento, con tanto di escursione per i più volenterosi.
Il gruppo Servizi di Belluno, coadiuvato dalle altre delegazioni del Veneto, è stato guidato con i tempi giusti dagli “storici” responsabili di servizio di Vino Vip: i bergamaschi Marco Falconi e Cristiano Comotti.
Per AIS Veneto, e in particolare AIS Belluno, il Vino Vip rappresenta uno degli eventi più attesi dal punto di vista organizzativo e di visibilità, e ancora una volta la collaborazione con Civiltà del Bere si è dimostrata vincente.
Un’immagine che sicuramente resterà in mente a chi ha partecipato, oltre alle montagne, è quella di Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del Bere, che ha fatto gli onori di casa, salutando e intrattenendo tutti i partecipanti e gli ospiti senza risparmiarsi un attimo e accertandosi che tutti fossero a proprio agio, dai produttori presenti, agli ospiti, al gruppo servizi impegnato.
È la magia di Vino Vip, un fine settimana intenso, meraviglioso, ogni volta diverso, ma capace di regalare sempre, a chi vi partecipa, un ricordo, un’emozione, che si tratti di un gusto, un profumo, uno scambio di battute o un’immagine da conservare.
Ognuno la recherà dentro di sé fino alla prossima edizione.