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Dalla redazione
mercoledì 19 aprile 2023

Degustazione alla cieca

Istruzioni per l'uso


Vincenzo Monteleone

 

Nel mondo del vino non è infrequente un amore a prima vista!

Uno spumante metodo classico brillante, un vino bianco da vendemmia tardiva dal colore giallo dorato, un rosa cerasuolo elegante che promette di restituire tutto quello che ha rubato all’uva in macerazione, un vino rubino impenetrabile che si muove lento nel calice da cui pretendiamo complessità.

L’esame visivo è fondamentale e condiziona la degustazione più di quanto crediamo, prima del sorso osserviamo ogni dettaglio per mettere a fuoco il vino: fase evolutiva, acidità, alcol e glicerina. L’esame visivo ci ha già portati quasi a metà strada, è un automatismo utile e implacabile, ma anche un’arma a doppio taglio perché può condizionare in partenza la degustazione.

Ed ecco allora che l’appassionato del vino che vuole proseguire il suo percorso di affinamento della tecnica di degustazione fa un passo ulteriore per concentrarsi sempre più su un’analisi quanto più oggettiva possibile: degustare i vini senza vedere l’etichetta. Anche la fama di un produttore condiziona, rende un po’ timidi nel rilevare un difetto in un prodotto di successo, intimorisce nel mettere sullo stesso podio un vino che non ha ancora grande risonanza ed un prodotto blasonato.

L’evento organizzato dalla delegazione AIS di Padova il 30 Marzo ha avuto come tema la degustazione alla cieca. Cercare di approcciare la degustazione di un vino senza conoscerne vitigno, declinazione di colore, tecnica di vinificazione, denominazione, produttore.

Roberto Gardini con la sua profonda esperienza e competenza ci ha accompagnati in questo viaggio, la nostra guida istrionica e coinvolgente grazie alla sua verve, ma sempre estremamente precisa nel tracciare un percorso che porta i presenti a cogliere dei particolari che saranno tessere importanti da aggiungere al personale bagaglio di conoscenza. 

Introduzione alla degustazione di sei vini, tre bianchi e tre rossi, è stato un quadro riassuntivo delle caratteristiche peculiari di alcuni vitigni, sottolineando le differenze tra alcuni territori elettivi: i Sauvignon della Loira rispetto a quelli della Nuova Zelanda, il Pinot Nero dell’Alto Adige rispetto a quello della Borgogna, il taglio bordolese italiano rispetto a quello della  riva destra e della riva sinistra della Gironda.

Non poteva mancare lo zampino del delegato Rossano Moretto che, inviando un link ai partecipanti all’evento, ha raccolto un feedback sulla capacità di riconoscere i sei vini degustati, in modo da dimostrare quanto sia impegnativa una degustazione alla cieca, pur avendo il vantaggio di anni di degustazione.

 

CHARDONNAY  CHABLIS 1er Cru LES BEUGNONS Grand vin de Bourgogne 2020 tit.alc.13%

Nota agrumata intensa che lascia presagire grande freschezza, che si completa con rimandi al floreale e ad un bouquet di erbe aromatiche. In seconda battuta la nota identificativa del terroir: la nota gessosa. I profumi si ripropongono all’assaggio che sorprende per la tensione acido/ salina intensa ma senza compromettere il bilanciamento complessivo del vino a vantaggio di un utilizzo a tutto pasto.

CARRICANTE TENUTA DELLE TERRE NERE DOC Montalto 2021 tit.alc. 13%

Nota salmastra che sfocia in una miscellanea di erbe aromatiche e che lascia il passo nel finale ad interessanti note di idrocarburi e in ultima battuta note fumé che tradiscono il terreno vulcanico,riccamente minerale a 800 metri di altitudine. All’assaggio più sapido che fresco ed una lunga persistenza lascia il palato asciutto e pulito.

VERDICCHIO Castelli di Jesi Riserva Classico DOCG A. FELICI “Il cantico della figura” 2019 Tit. alc. 13,5%

La frutta gialla fa da apripista a intense note balsamiche di menta che si evolvono in note iodate e leggermente vegetali di mandorla fresca. Vigne vecchie di 70 anni accarezzate dalla brezza marina consentono di raggiungere note gusto olfattive ampie e lineari che ripropongono note balsamiche stimolanti e fresche.

NEBBIOLO Barbaresco DOCG “Cru Asili” CASCINA LUISIN 2018  tit.alc. 13,5%

Complessità olfattiva innegabile che parte dalla frutta in confettura, alle bacche e al sottobosco. Le note speziate sono misurate e non invadenti per non rubare spazio anche a divertenti profumi di chinotto e tamarindo. L’acidità ancora vivida accompagna un tannino che ha iniziato il suo percorso di piena integrazione ed una scia sapida piacevole lascia il palato asciutto e pronto ad un nuovo sorso.

SANGIOVESE Brunello di Montalcino DOCG Il POGGIONE FRANCESCHI 2018 tit.alc. 14,5%

Come a voler suggerire l’abbinamento col cibo più classico e ideale, il vino si presenta con note ematiche e ferrose intense e nette. Ciliegia e marasca in confettura a contorno, per poi chiudere il suo ventaglio olfattivo con note di pepe nero e foglie di tabacco. La trama tannica è importante a garanzia di un vino da lunghissime evoluzioni, la nota sapida ne sostiene la persistenza molto importante.

PINOT NERO ALOXE CORTON 1er Cru Les Verdot’s Domaine FOLLINE-ARBELET 2018 

In degustazione “classica” il colore avrebbe ingannato allontanandosi dalle tinte caratteristiche di questa iconica bacca nera. L’analisi olfattiva ha evidenziato da subito netti rimandi al frutto nero e rosso, virando poi su spezia dolce di noce moscata per continuare su leggere note di zest d’arancia e in chiusura note terziarie di caffè. Vellutato in bocca ma con acidità ancora vibrante che ravviva il sorso, tannino morbido ed elegante.

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