Wine Experience
Dalla redazione
giovedì 21 novembre 2024

Trentodoc, le riserve

La pazienza del saper aspettare

Marco Gallinaro


Quale miglior modo per iniziare la serie di eventi targati Ais Venezia stagione 2024/2024 se non con un brindisi. Un brindisi d’eccellenza, ovviamente, anzi un’intera serata dedicata ai brindisi e alle bollicine ed in particolare al Trentodoc e alle sue bollicine di montagna declinate per l’occasione nella versione più blasonata e preziosa ossia le riserve, quei vini cioè lasciati riposare sui lieviti per almeno 36 mesi.

Mattatore della serata è stato uno straordinario Cristian Maitan, miglior sommelier d’Italia 2023 e brand ambassador del Trentodoc che con grande competenza, profonda conoscenza del territorio e scanzonata simpatia ha saputo incantare la platea con il racconto di una denominazione, della sua storia e dei suoi prodotti.

Bollicine uniche, inconfondibili nel calice, espressione diretta della loro terra d’origine - il Trentino con il suo  suolo impreziosito dalla presenza del calcare dolomitico - rese speciali dal lavoro instancabile di una comunità capace di valorizzarne appieno caratteristiche e potenziale enologico. Da queste parti la viticoltura è davvero “eroica” con pendenze che spesso superano il 40% obbligando i produttori a raccogliere le uve rigorosamente a mano: come è stato ricordato durante la serata in Trentino è il territorio che plasma il viticoltore piegandolo alle sue esigenze e non viceversa. 

Quattro i vitigni ammessi dal disciplinare: lo chardonnay, protagonista assoluto della denominazione, il pinot bianco, il pinot nero ed il meunier.

Sei i vini in degustazione, ciascuno dei quali proveniente da una delle sei aree in cui è idealmente possibile suddividere il territorio della denominazione (Vallagarina, Val di Cembra, Valsugana, Val di Non, Valle dei Laghi e Piana Rotaliana) così da permettere agli ospiti in sala di apprezzarne le caratteristiche e valorizzarne differenze organolettiche e stili di produzione.

Il fil rouge capace ricondurre ad unità i sei campioni degustati è costituito dal tempo sui lieviti, un tempo che per la quasi totalità dei produttori supera e di molto i 36 mesi imposti dal disciplinare per le versioni riserva perché il Trentodoc non è un vino che regge il tempo, è un vino che ha bisogno del tempo per potersi esprimere. Un vino che, come le belle donne, sa (e deve!) farsi aspettare.

In degustazione, vini e territori:

Trentodoc, Dosaggio Zero Riserva, 2017 – Letrari (Vallagarina)

Stupisce il colore, che parla di oro e lucentezza. Le bollicine risalgono senza fretta portando con sé profumi di pietra scura, testa di fiammifero oltre a note di mela cotta, strudel e distillato d’orzo. Chiudono il corredo olfattivo sentori di erbe aromatiche e camomilla. All’assaggio l’ingresso è ampio, ricco di volume e pienezza di beva che però lasciano subito il posto alla spiccata freschezza e alle note sapide di pietra vulcanica. Finale con ritorni di mela gialla ed erbette.

Trentodoc, Perlè, 2018 – Cantine Ferrari (Valle dei laghi)

Oro brillante segnato da bollicine che, lente in risalita, raccontano struttura nel calice. Al naso è iconico, inconfondibile nei sui profumi di pesca, nocciola e cremoso pan brioche oltre a confettura di arance. Il sorso, sferico e compatto, è setoso ed avvolgente con un ritorno di pesca e agrumi sul finale.

Trentodoc, Lagorai Dosaggio Zero Riserva, 2019 – Cantina Romanese

 

Affinato per 700 giorni sott’acqua, sul fondale del lago di Levico al naso si presenta “spettinato” tra sentori agrumati, quasi citrini, di bergamotto, fiori bianchi e glicine, erbe aromatiche e note di tostatura. Il sorso è pieno dominato da un’energia sferzante e quasi irruenta che porta con sé piacevoli ritorni di papaya, banana e mela che si fa composta.

Trentodoc, Riserva Graal, 2017 – Altemasi (Trento e Valdadige)

Intrigante nota boisé che ricorda la vaniglia e il pan brioche. A seguire poi mela cotogna, fiori bianchi, pepe bianco e note di talco e gesso. Il sorso è pieno, voluminoso, amplificato dall’effetto delle bollicine. Finale a tutto cuore dominato dai ricordi di frutta esotica e note boisé. Eleganza e struttura o, per dirla come i francesi, “potenza senza peso"

Trentodoc, For4Neri Riserva, 2017 – Zanotelli Elio e F.lli

Si apre al naso con una nota salmastra che subito lascia spazio a profumi di camomilla, calvados, noce e mandorla dolce. Sul finale, sentori di tabacco biondo e caramelle d’orzo. Compatto al sorso, danza a passi lenti ma decisi nel calice e nel palato, alternando pienezza di beva a freschezza avvolgente. Una coccola di tostatura rende il finale memorabile.

Trentodoc, Le general Dallemagne Riserva, 2015 – Monfort

Oro pieno, carico di luce. Sprigiona intensi profumi di susina, pesca gialla, mela rossa oltre a ricordi di liquirizia e iodio. Il sorso, morbido, stende una patina delicata sul palato subito sorretto da sbuffi di freschezza e sapidità. Bella tensione gustativa, invita alla beva compulsiva.

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