Wine Experience
Dalla redazione
giovedì 6 aprile 2017

Nel cuore del Friuli Venezia Giulia alla scoperta di vini che sanno emozionare

La Delegazione di Venezia in visita all’azienda Ronchi di Cialla

Stefano Cipolato


Permettetemi di definire la visita all’azienda Ronchi di Cialla una visita ad alto rischio emozionale. Cercare di rinchiudere in queste poche righe input e emozioni ricevuti è puramente utopistico. Proviamoci!

L’azienda comprende 27 ettari di ripidi pendii in zona Cialla punto di incontro tra falde carsiche e marne eoceniche dove il clima è mitigato da brezze marine che percorrono la valle fronte Cialla e fresche correnti dolomitiche di nord-est. Cantina fondata nel 1970 dall’intuito del compianto Paolo Rapuzzi e dalla raffinata moglie Dina, subito si sceglie di puntare sull’autoctono, in primis sull’allora “fuorilegge” Schioppettino, cui segue un lavoro durato 2 anni per salvarne le ultime 60 piante riprodotte e coltivate in gran segreto. L’intraprendenza di Paolo e la stima dei grandissimi dell’enogastronomia del calibro di Veronelli, Soldati, Brera e Nonnino hanno fatto sì che nel 1977 venisse dato il giusto tributo a questo campione di longevità ed eleganza. Poi ancora, Ribolla Gialla, Refosco, Pignolo, Picolit di Cialla unica Docg Monopole, Tocai (si! Tocai!) e Verduzzo di Cialla, primo vino bianco italiano ad affinare in barrique 1977.

Nessun uso di pesticidi, un paradiso praticamente incontaminato dove le biodiversità trovano il loro naturale equilibrio. Ronchi di Cialla è certificata biodiversity friend, organizzazione che richiede parametri migliorativi per quanto riguarda qualità dell’aria, acqua, fauna e biodiversità.

Oggi l’azienda è condotta dai fratelli Ivan e Pierpaolo, sotto l’occhio attento e preparatissimo di mamma Dina. Ivan spiega che in Cialla la vite ha raggiunto un equilibrio tale che l’intervento in vigna è ridotto al minimo. Questo equilibrio sarà una costante in tutti i vini degustati, anche i giovani. Seguendo quello che è stato fin dall’inizio la filosofia di papà Paolo, i vini a Ronchi di Cialla sono espressione di questo bellissimo territorio, riconoscibili, bevibili e soprattutto longevi. Qui traspare armonia, rispetto, eleganza e sembra quasi magia questo fil rouge che si è creato tra questo angolo di paradiso, famiglia e i loro vini.

Se qualcuno a qualche dubbio che il vino possa veramente emozionare, Ronchi di Cialla e qui e vi dà il benvenuto.

Ribolla Gialla 2016. Luminoso, media densità, naso fresco e minerale. Amaricante, mele, fiori gialli agrumi leggera mentuccia. Bocca amaricante, fresco, dissetante scia sapido minerale. Semplice e non banale. Fronte mare, con la propria compagna/o ammirando il tramonto.

Cialla Bianco 2016 (9046 bottiglie) - ribolla gialla 60%, picolit 30%, verduzzo 10%. Luminoso riflessi dorati, sinuoso. Naso dolce salato, mielato, pietra, agrumi maturi, sfondo equilibratissimo di toni boisè, lungo, persistente. Equilibrio e beva coinvolgente. Carpaccio di Branzino, zest di agrumi e pepe rosa.

Ribolla Nera 2014. Rubino luminoso. Naso scuro, speziato, pepe e cannella, macis, floreale, rosa, succo di ribes e ciliegia. Sfondo terroso e soffi mentolati. Fresco, snello, persistenza adeguata. Tartare di manzo, guacamole e uova di quaglia.

Schioppettino di Cialla 2011 (7196 bottiglie). Rubino luminoso, giusta consistenza. Naso scuro, evidente pepe, macis, cannella. Ribes macerato. Toni boisè bilanciati. Leggero balsamico, macchia mediterranea. Equilibratissimo, tannino fine, fresco. Campione di equilibrio ed eleganza. Filetti di Baccalà con pomodoro, olive taggiasche e capperi.

Schioppettino di Cialla 1992 (13155 bottiglie). Granato luminoso, movenze aristocratiche. Giusta consistenza. Incredibilmente fresco, pepe, ciliegia. Elegantissimo. Salmastro, macchia, refoli balsamici. Non dà punti di appoggio, equilibrio a 360°. Tannino vellutato. Stato evolutivo? Parliamone tra 20 anni. Carpaccio di manzo e lamelle di tartufo bianco.

Verduzzo di Cialla 1998 (2585 bottiglie). Ambra e topazio, luminoso. Avvolge il calice. Naso dolce non dolce, salmastro, minerale. Agrume maturo, sfumature di orzo e vernice, stecca di vaniglia. Abboccato, equilibrio, leggermente tannico lunga persistenza senza strafare. Abbinamenti moderni e “tecnici”. Ravioli ai formaggi dolci. Salsa zafferano. Mandorle e cialda di zucchero in canna.

[foto di Bruno Bellato]

articoli correlati
Adotta una vigna con AIS Veneto
martedì 23 aprile
Il gusto di fare del bene
Chablis il "piccolo" principe.
venerdì 19 aprile
Alla scoperta della denominazione più a Nord della Borgogna
Vinetia Top 10
domenica 14 aprile
i 10 migliori vini bordolesi rapporto qualità-prezzo
Il Merlot dei Colli Berici Doc.
sabato 13 aprile
L'EVOLUZIONE IN CINQUE DECENNI