Wine Experience
Dalla redazione
lunedì 11 febbraio 2019

Anteprima Amarone

L’annata 2015 vista da Ais Verona

Fabio Poli


Ci troviamo spesso a generalizzare con le annate definendole belle o brutte senza avere talvolta nemmeno la pazienza di aspettare che il frutto diventi vino, anche se talvolta per questo, come nel caso dell’Amarone, ci vogliono anni. Dopo una piovosa annata 2014 che ha dato dei vini freschi, con meno struttura, ma che forse abbiamo trattato peggio di quello che si sarebbero meritati, ecco arrivare un’annata molto calda in cui le precipitazioni sono state quasi assenti. Forse potremmo dire l’annata ideale per un produttore con impianto d’irrigazione a goccia, alimentato dalle falde acquifere ben rifocillate dall’annata precedente e con la capacità di gestione del calore in vigneto che in questi anni di global warming è maturata (non si riscontrano più le note di frutto cotto che abbiamo conosciuto nella 2003). Come risultato abbiamo vini dalla bella struttura, con esiti forse ancora più rilevanti se non ci fosse una tendenza generalizzata a cercare di domare la potenza in favore della freschezza creando vini più verticali e bevibili. Abbiamo notato in qualche caso una percettibile sensazione di calore che risulta gradevole in un vino che ne fa uno dei suoi punti di forza. Frutto e morbidezza sempre ben presenti con gli zuccheri residui e le opulenze più legate allo stile aziendale che all’andamento climatico.
La forza della Denominazione sono i produttori con le loro diverse idee d’interpretazione del territorio.
Per un degustatore appassionato e di cultura, le sensazioni riscontrate nei diversi Amarone sono piuttosto varie e questo conquista una larga fetta di estimatori anche con gusti personali molto diversi.
In questa varietà, l’Amarone mantiene la sua forte riconoscibilità rispetto ad altri Fine Wine del Pianeta (dato emerso dal The Second Valpolicella Annual Conference). C’è chi si plasma al territorio cercando di esprimere le specifiche caratteristiche della vallata, chi si affida essenzialmente ai soli corvina e corvinone, chi trova negli altri vitigni previsti in piccola percentuale dal Disciplinare e con l’utilizzo, magari, di diverse essenze di legni, la quadratura del cerchio. Dipende molto dalle dimensioni dell’azienda, dall’ubicazione dei vigneti, dal pensiero e gusto personale. I diversi stili, comunque, sono influenzati dalla sempre maggiore consapevolezza che debba essere sempre il territorio alla fine a essere il principale protagonista.

Sono stati presentati 68 vini di cui 39 ancora in botte. Per questi ultimi la valutazione potrebbe essere piuttosto complicata per la loro gioventù ed eterogeneità. In alcuni casi mancano ancora un paio d’anni di legno di diverse dimensioni dalle precedenti, arrivano magari da legni diversi ed è stato fatto un assemblaggio da diverse botti per la campionatura, oppure si è scelta una singola botte per prendere il campione per la manifestazione.

In bottiglia

Zanoni Pietro Zovo

Tra il rubino e il granato con un tocco purpureo. Note vegetali, fresche erbe aromatiche, soffusa balsamicità e frutti freschi ancora aciduli del sottobosco, il ribes, la mora, pochissime le spezie. Sulle papille bella energia fresca, solo una pennellata di seta e un bel ricordo tannico dove forse l’oseleta ha messo lo zampino. Una maturazione in barrique impercettibile. In quell’angolo tra la zona Classica e la Valpantena.

Roccolo Grassi

Granato compatto, appena cupo. China, rabarbaro, pelliccia, cuoio, caffè e polvere d’orzo lasciano man mano spazio ad una nitida, fresca ciliegia e ai frutti freschi del sottobosco.  Al palato vince la freschezza su un tannino non ancora del tutto domo, grande struttura e misurata morbidezza. Dal lato vulcanico di S. Briccio la pregevole mano di Marco nell’uso dei legni dove i tannini gallici e le tostature si fondono al frutto.

Vigneti di Ettore

Tra il rubino e il granato. Esordio olfattivo di cioccolato al cocco, erbe aromatiche, humus del sottobosco, foglie secche e cuoio che si distendono sulle sensazioni fruttate di ribes nero e lampone. Bocca di buon rigore, freschezza, bel tannino e bella forza. Sulla sponda est di Negrar con esposizione sud-ovest, matura in botte da 25hl per due anni. Corvina, corvinone, croatina, oseleta e pelara.

Ca’ dei Maghi

Granato di media intensità. Al naso si presenta da subito vellutato con sensazioni di burro d’arachidi e baccello di vaniglia, fieno, dolce nespola, per poi concedersi a sensazioni floreali di viola appassita, tocchi di cuoio, legno di liquirizia ed erbe aromatiche. Docile al palato sulle morbidezze, fresco, lungo in sapidità con corpo misurato. Sulle alture di Fumane.

Corte Figaretto Graal

Granato denso e compatto, lento nel bicchiere. Pelliccia, china, rabarbaro, chinotto, soffi mentolati e quella sensazione di cioccolato fondente alla menta che caratterizza la Valpantena tra effluvi dolci e vanigliati. Sorso aggraziato e potente per questa selezione che vale poche bottiglie, opulento, setoso, ma anche fresco, con ritorni tostati e di caffè. Matura in sole barrique nuove.

In botte

Villa Spinosa

Tra il granato e il rubino con sprazzi aranciati dalla grande trasparenza e poca matrice colorante per i soli corvina, corvinone e un tocco di rondinella. Elegante per le sensazioni balsamiche e floreali, i petali di rosa e la viola, le spezie del frutto, il legno di liquirizia e le erbe aromatiche, il timo. In bocca grande forza sapida e bella struttura intelaiata sulla freschezza. Già fatta massa da botte grande e tonneau.

Secondo Marco

Granato. Già all’olfatto per niente coccoloso, le spezie del corvinone, poi solo corvina e un po’ di rondinella. China, rabarbaro, petali di viola, erbe officinali, ribes nero, un tocco di marasca. È assolutamente netto e dritto. Sulle papille estremo rigore, forte, equilibrato tra freschezza e tannino, ma senza sconti morbidi. Risvegliato dalla botte da 50 hl dove rimarrà ancora per almeno un altro anno.

Zymè

Granato cupo e lento nel bicchiere. Ampio di ciliegia candita, cioccolato fondente, crema alla nocciola, marmellata di lampone, caramella dura all’orzo, nespola e balsamicità chinate. Sulle papille pieno, morbido, vellutato, pur mantenendo un guizzo fresco. Oseleta e croatina a dar man forte a corvina, corvinone e rondinella. Preso da una grande botte da 9 hl dove sosterà per altri 2 anni.

Ca’ la Bionda Vigneti di Ravazzol

Granato. Sono i piccoli frutti rossi a essere protagonisti, il ribes nero, il lampone, la seppur scontata ciliegia che ritorna da protagonista. Le spezie ci sono ma rimangono gregarie al frutto. Al palato si cala morbido per poi rivelare la sua anima decisamente fresca, elegante, ma non potente. Anche la molinara dopo corvina, corvinone e rondinella. Prelevato da una botte da 30 hl dove rimarrà per almeno altri 12 mesi. Siamo a Marano.

Novaia Corte Vaona

Tra il rubino e il granato di bella luminosità. Note di frutti di bosco ancora aciduli in prima linea, il ribes nero, il lampone, marasca, poi le sensazioni speziate, il pepe nero, la cannella e un tocco di baccello di vaniglia e cioccolato bianco. In bocca grande freschezza e un tocco di calore, snello e piacevolmente agile. Sul lato est della vallata di Marano botte grande e corvina, corvinone e rondinella.

I Tamasotti

Tra il rubino e il granato di media trama. Realtà microscopica ma premio Rialto per Vinetia. Cioccolato, caffè, le sensazioni tostate della polvere d’orzo lasciano man mano spazio a note di erbe aromatiche e frutta scura, il ribes nero e la mora. Bocca ben calibrata tra forza, freschezza, tannino e morbidezze nel ricordo finale. Barrique ancora un po’ troppo nuove vista la giovinezza dell’azienda e un tocco di oseleta.

Dal Cero in Valpolicella

Tra il granato e il rubino. A S. Briccio, a cavallo tra la parte vulcanica e quella calcarea. Balsamico di spezie e resina, cioccolato fondente e cacao in polvere, pelle e cuoio. Man mano compaiono un frutto non ancora maturo, il ribes nero, il lampone e la ciliegia sotto spirito. Sulle papille è forte, fresco e di grande sapidità con un bel ricordo morbido e tostato. Matura in legni di diversi formati, botte da 20hl, tonneau e barrique.

Alcuni di questi vini sono stati scelti grazie al contributo del dream team dei sommelier di servizio durante l'ultima Anteprima Amarone, forse le persone più autorevoli in questo campo.

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