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Dalla redazione
lunedì 6 aprile 2020

La sciabolata

Circe e l’antivirus

Redazione


I due studiosi tedeschi che alla fine dell’Ottocento hanno scoperto l’insulina, l’hanno fatto togliendo il pancreas a dei cani che sviluppavano così gli stessi sintomi degli uomini ammalati di diabete. Per trovare un rimedio poi dovettero estrarre l’insulina dal pancreas di vitelli e di maiali, ma l’effetto non era duraturo, i malati dopo un certo periodo di miglioramenti presentavano rigetto. Tutto si risolse quarant’anni fa quando altri ricercatori misero un pezzo di DNA umano nei batteri dell’escherichia coli e queste colture batteriche cominciarono a produrre insulina umana a costi irrisori. Ricapitolando: l’uomo per il suo benessere di specie ha “usato” cani, maiali, vitelli e batteri, proprio come il coronavirus usa noi per il suo benessere. Si chiama sfruttamento, ne siamo maestri, lo pratichiamo anche con i nostri simili, ci illudiamo che madre natura abbia concesso questo potere solo a noi, ma per lei noi contiamo quanto una qualsiasi specie di bigattini.

Quindi per questa nostra atavica lotta contro i virus è meglio cercare sostegni nella natura stessa, in ciò che essa offre a tutti i viventi, sostanze naturali che rafforzino le nostre difese. Per noi sommelier potrebbero essere i vitigni antichi, presenti da millenni, come questa bottiglia di Limnò rosso mandatami dal mio amico Demetrios dall’isola di Limnos, nella parte settentrionale del mare Egeo. Di questo vino ci parla Aristotele e a lui accenna il poeta Esiodo già cinque secoli buoni prima di Cristo, con queste sue note di bosco mediterraneo, alloro, mirto, salvia ed erbe medicinali, gli antichi “farmachi” delle guaritrici e maghe, le ricette dei liquori dei santi monaci, il grufolare dei cinghiali e degli animali che cercano per istinto nel bosco quello che li rafforza o li guarisce. E già il mio amico Malik si è appisolato e russa come un porcello sulla sua amaca, forse per gli effetti curativi e balsamici del Limnò, e intanto passa Pilar con i capelli mossi dal vento e mi sorride, bella come Circe incantatrice nella storia di Ulisse, e forse questo vino ha effetti anche afrodisiaci, perché Pilar sei bella come il mar, mi sa che stasera/ io, Yanez de Gomera/ mentre il tramonto dilaga/ sulla spiaggia di Barbuda/ sciabolerò con la maga.

Yanez

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