Stefano Cipolato
Nel mondo sempre più globalizzato e standardizzato si confrontano quotidianamente da una parte l’omologazione e la consapevolezza di essere simili e dall’altra la tenace esigenza di preservare la propria identità. In questo contesto hanno un ruolo fondamentale le associazioni culturali ed enogastronomiche nate in diversi paesi e città di tutte le regioni italiane.
Scopo di queste associazioni, ma non solo, è il mantenere e trasmettere anche ai propri figli quelle che sono le tradizioni, le origini ma anche i profumi e i sapori che hanno fatto vivere popolazioni nei vari momenti storici. Da questi presupposti è nata l’associazione “I poeti dea Sopa Coada” che recentemente ha festeggiato i 10 anni di attività e attualmente trova il Gran Poeta Riccardo Pauletti a coordinare un gruppo entusiasta e curioso .
L’associazione con sede a Treviso, propone non solo la diffusione e la valorizzazione della Sopa Coada e della gastronomia Veneto/Trevigiana ma incentiva tra i “Poeti” rapporti di amicizia, lealtà e rispetto nonché la partecipazione ad eventi ed interscambi culturali di storie e conoscenze.
La Sopa Coada, senza dir niente al Tiramisù, è probabilmente il piatto più importante della tradizione storica trevigiana. I “poeti” dell’associazione fanno riferimento a questa ricetta: Per 4 persone. Ingredienti: 4 piccioni, 200 gr Parmigiano, 2 lt brodo, 120 gr burro, 120 gr olio evo, 160 gr sedano, pane. Preparazione: spennare, fiammeggiare, svuotare i piccioni. Tagliarli in quarti. Farli rosolare con olio, burro e il trito di sedano. Insaporire con sale, coprirli, cuocerli lentamente. A cottura ultimata, lasciarli raffreddare e disossarli, gettando nella pentola del brodo le ossa e far bollire. Tagliare il pane a fette di circa ½ cm., imburrarle e tostarle in forno a temp. media. Disporle sul fondo della zuppiera e bagnare con il brodo già filtrato; spolverare con parmigiano grattugiato e dei filetti di carne di piccione tagliati a listarelle; aggiungere brodo, altre fette di pane, parmigiano e carne, fino a esaurimento degli ingredienti. Irrorare il tutto con brodo bollente, ultimando la cottura in forno per almeno due ore, lasciando covare la zuppa. Durante la cottura, se necessario, inumidire con brodo. Servire molto bollente facendo attenzione alla consistenza, che dovrà essere piuttosto morbida e poco brodosa. In abbinamento, per confortare quelle che sono le prerogative dei “Poeti” propongo 2 vini da vitigni autoctoni Veneti.
La Sopa Coada per le sue caratteristiche di grande aromaticità, struttura, persistenza e succulenza intrinseca ben si abbina a vini soprattutto equilibrati di buona struttura, morbidezza e con tannini sì presenti ma evoluti e morbidi, quali Il Raboso Piave 2012 Az Ag Sandre oppure ad uno spumante M.C. evoluto, cremoso e, perché no, leggermente tannico, come l’Etichetta Bianca Brut di Fongaro da Durella e Manzoni Bianco 48 mesi sui lieviti. Risulta d’obbligo e naturale supportare, incoraggiare e diffondere il messaggio di associazioni come "I Poeti dea Sopa Coada" messaggeri di cultura e unicità del Bel Paese. La standardizzazione può attendere.