Aldo Naddeo
Tutte le belle storie cominciano con “C’era una volta...”. Di certo non se ne è mai sentito parlare in campo enoico, e forse mai lo sentiremo, perché ciò che riguarda il mondo del vino spesso vive con la patente in tasca. Provate però ad immaginare un grande oratore di nome Graziano che con la sua coinvolgente conoscenza ti affascina enunciando un racconto stupendo, ricco di passato, presente e futuro, come solo una grande persona sa fare. Ecco, il bello di questa storia è che rivela semplicemente, per quanto semplice possa essere, il trascorso della sua vita…
La visita in cantina da Graziano Prà non è solo accoglienza, camminata in bottaia o lo spettacolo della Froscà sotto il portico, ma un continuo ricordo tra esperienze passate e coraggio di cambiare. Proprio con questo spirito del passato si è arrivati alla voglia di far emozionare l’amante del vino, facendogli provare la miglior esperienza possibile che passa attraverso enormi tentativi di ricerca della perfezione. Quest’ultima spesso calpestata da errori non dipendenti dal duro lavoro in cantina, ma da una semplice variabile che rappresenta un sottostimato Golia in grado di danneggiare completamente il prodotto vino all’interno della bottiglia, il sughero. Dopo molti anni di prove, studi e bottiglie evolute nel modo sbagliato finalmente la chiusura a stelvin che da tanto si aspettava. Molta scienza alle spalle, senza paura né timore, Graziano è stato in grado di trovare ciò che al meglio può valorizzare il suo prodotto. Nasce quindi il progetto Svitati, in collaborazione con altri grandi nomi del vino che insieme a lui condividono non solo il pensiero ma ormai anche la certezza di un risultato, tra questi Franz Haas, Jermann, Pojer e Sandri.
Aperture a confronto:
Soave Classico Doc 2012 OTTO, tappo in sughero
Luminoso nel bicchiere con note paglierine che virano verso un accenno lievemente dorato, ma non troppo appariscente. Si muove bene nel calice lasciando presagire una buona consistenza vista la discreta parte glicerica. Naso ben presente con debole punta ossidativa in prima olfazione e sentori di mandorla nel finale. Bocca ancora viva con richiami di frutta esotica, polpa gialla matura, molto piacevole e di buon stato evolutivo.
Soave Classico Doc 2012 OTTO, tappo stelvin
Di color oro pieno inteso e cristallino, luminoso e di maggior vivacità rispetto al precedente. Naso fine ed elegante, con frutta gialla di primo impatto e presenza di agrume come contorno. Al palato ottimo il suo equilibro acido-sapido, alcool poco percepito a favore di una persistenza sulfurea che cresce man mano insieme ad un sentore di camomilla e miele di castagno. Avvolge quasi con seduzione e gradevolezza richiamando il sorso continuo.
Soave Classico Doc 2008 Monte Grande, tappo in sughero
Color oro pieno di buona luminosità, riflette bene nel calice nonostante i quattordici anni sulle spalle. Naso intenso di frutta matura a polpa gialla con accenni mielati e spezia a completare il bouquet. Di ottima freschezza, è in grado di far uscire il suo lato ancora adolescenziale mantenendo un’inaspettata eleganza che ne sancisce ufficialmente il titolo di grande vino da invecchiamento.
Soave Classico Doc 2009 Monte Grande, tappo in sughero
Vino abbastanza similare al precedente nella sua apparenza visiva, ma al naso piccoli particolari lo fanno avvicinare ad un’impostazione più adulta malgrado l’anno in più di giovinezza. Percepita una nota pseudo-calorica più accesa con pronunciata sapidità. Con un lato alcolico non troppo insistente è un vino che lascia intendere una indubbia vicinanza gastronomica con piatti più strutturati del territorio veronese.
Soave Classico Doc 2016 Monte Grande, tappo stelvin
Bellissimo visivamente, giallo paglierino ancora acceso, luminoso quasi rifrangente. Accenni al naso di idrocarburo e pot pourri di fiori secchi. Sembra un vino geograficamente indefinibile dall’eleganza olfattiva che porta con sé. Bocca incredibile, giovane, succosa e scalpitante con continui richiami agrumati di limone, bergamotto, pompelmo. Ottima acidità, lascia intendere un grande futuro. Vino stupefacente.
Soave Classico Doc 2020 Staforte, tappo stelvin
Appare di un color giallo paglierino pieno, penetrabile perfettamente dalla luce. Di buona consistenza. Naso molto diverso dai vini precedentemente degustati: si colgono note materiche, coriacee molto fini ed eleganti. In bocca sembra di masticare l’uva con piacevolezza assaporandone tutti i propri principi. Fresco e pulito al palato con ricordi floreali molto presenti nella percezione retro-olfattiva. Un vino che se aspettato può regalare emozioni.
Valpolicella Doc 2021 Morandina, tappo stelvin
Si presenta di un bel rosso rubino giovane di media compattezza e discreta consistenza. Lascia piacevolmente stupiti questa nota speziata con accenni floreali di violetta selvatica e pungente frutta rossa acida richiamante ribes rosso e mora selvatica. Bocca fresca di buona sapidità, si lascia gustare molto piacevolmente.
Valpolicella Ripasso Superiore Doc 2020 Morandina, tappo sughero
Nota antocianica più carica del suo predecessore con netto richiamo color carminio e buona compattezza. Quasi indescrivibile la nota speziata molto presente. Refoli continui di pepe nero amalgamato perfettamente a frutta rossa di bella acidità che si traduce in espressione di un territorio specifico, la Morandina. Il sorso richiama perfettamente il naso con aggiunta di freschezza e grande beva. Un incredibile Ripasso.
Amarone della Valpolicella Docg 2016 Morandina, tappo sughero
Accenni granati per un complessivo color rosso carminio pieno e deciso che lascia comunque un minimo di trasparenza alla vista. Naso impattante di un bouquet che spazia da un accenno floreale iniziale di geranio a un pepe nero un po’ più aggraziato di giusto contorno. Bocca molto tesa con ottima acidità. Esplosione di frutta sotto spirito, tabacco e cacao in polvere. Tannino perfettamente integrato che lascia immaginare un’incredibile proposta gastronomica in affiancamento.