Wine Experience
Dalla redazione
martedì 16 novembre 2021

Merano Wine Festival 2021

Tra conferme e nuove opportunità di mercato

Daniele Adorno


Risultato oltre le aspettative per la 30° edizione del Merano Wine Festival 2021 che, pur con le necessarie regole restrittive dovute all’emergenza sanitaria, ha contato 600 espositori tra case vitivinicole, spirits e gastronomia, con oltre 5.000 presenze tra wine lovers e operatori.  Tutto è filato liscio dopo il momento iniziale in cui si è registrato qualche problema organizzativo tra sommelier addetti al servizio e operatori dovuto al sovrapporsi di sessioni, turnazioni di espositori e controlli di sicurezza anti-covid.

Tra le novità, la presenza della Georgia con un nutrito programma di seminari e degustazioni dedicati alla storia e alla tradizione di quel territorio e ai vini lungamente macerati e lasciati fermentare in anfore con metodi ancestrali. Nutrita la presenza dei produttori, provenienti principalmente dalle aree di Telavi e Kardenakhi, entrambe situate nella regionedi Kakheti, il cuore della produzione vitivinicola georgiana.

In tutti i vini è costante l’utilizzo di Kvevri o Qvevri, i contenitori di terracotta così chiamati in lingua georgiana, che sono adibiti alla vinificazione in cui i vini fermentano sotterrati nel terreno, a garanzia di una temperatura uniforme tutto l’anno. Generalmente il contatto con le bucce si protrae per sei mesi da settembre a marzo e poi il vino viene spostato in botti di rovere per un ulteriore affinamento, con un processo di maturazione più o meno prolungato.

Per quanto riguarda il settore food, molte eccellenze hanno fatto da sfondo a una grande selezione di vini. Severo ma giusto, vista la grande affluenza di pubblico, chiedere un contributo economico aggiuntivo per la degustazione di prodotti quali ostriche e caviale nero.

Un commento assolutamente positivo va dato ai side-events che hanno dato un quid in più allo stile e al format delle cinque giornate di fiera cittadina. Tra questi sono sicuramente da citare:

Il WineHunter Hotel Safari, che ha consentito la degustazione dei vini delle aziende intervenute al MWF negli alberghi del centro di Merano.

Il MeranoWineCityLife, ovvero il percorso “fuori salone” che si è snodato lungo il Corso della Libertà, tra bar e locali cittadini, creato ad hoc per visitatori e pubblico esterni alla kermesse.

Il Catwalk Rosè, la prestigiosa vetrina della produzione minore, almeno in Italia, dei vini rosati.

L’evento di presentazione del vino Custoza andato in scena al ristorante Kallmunz in Piazza Rena, organizzato dall’omonimo Consorzio di tutela.

La degustazione esclusiva, organizzata dalla cantina Nals Margreid presso la propria struttura, con la partecipazione di molti espositori presenti in fiera, giornalisti, blogger e addetti ai lavori.

Il Catwalk Champagne, dedicato ai metodi classici francesi e italiani, purtroppo non ha visto la partecipazione diretta dei produttori d’oltralpe, se non per pochissimi sporadici casi, quanto piuttosto una massiccia presenza d’importatori italiani, affiancati a produttori poco conosciuti, alla ricerca di nuove opportunità, sull’onda della continua richiesta di mercato degli sparkling wines.

È stato interessante annotare l’aumento d’importanza e di presenze della sezione Bio&Dynamica, dedicata alle produzioni sostenibili – vini naturali, biologici, biodinamici, orange e PIWI prodotti da vitigni resistenti - che ha visto turnare venti produttori al giorno per tutte e cinque le sessioni svolte dal 5 al 9 Novembre all’interno dell’Hotel Terme e del Kurhaus.

Il significato positivo della manifestazione è stato sicuramente anche quello di ritrovarsi tutti insieme tra appassionati e operatori, dopo un lungo periodo d’isolamento, Alcune cose possono essere sicuramente migliorate, anche dopo trent’anni di indubbi successi, tra ricerca e proposte di grandi eccellenze enogastronomiche. 

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