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Dalla redazione
venerdì 26 novembre 2021

La grammatica del vino

Il nuovo libro di Marco Pozzali dal 25 novembre in tutte le librerie d'Italia

Francesco Mancini


L'approccio al mondo del vino, quello per intenderci dell'amante di questa bevanda magica, che ne ricerca le virtù, le sfumature e la poesia e non il vizio o l'eccesso, è diverso in ognuno di noi. Per i più indecisi un aiuto potrebbe arrivare dall'ultimo libro scritto da Marco Pozzali: “La grammatica del vino”, pubblicato il 25 novembre per Gribaudo-Idee Editoriali Feltrinelli. Senza mezzi termini, già dal titolo Pozzali si pone come chiaro obiettivo quello di partire dall'ABC del vino per entrare sempre di più in profondità e nelle sue infinite sfaccettature. Che cos'è il vino? Che cos’è un vitigno? Cosa contiene un grappolo d'uva? Quali sono i luoghi del vino? A queste e a tante altre domande, non ultima quella riguardo ai nuovi scenari, vuole rispondere il libro di Marco Pozzali. Nonostante l’aria da ragazzo, Pozzali, oggi quarantanovenne, ha un’esperienza ventennale nel panorama enologico: giornalista e sommelier, è stato caporedattore per 11 anni di riviste di enogastronomia nel Gruppo Food. Nel 2007 ha scritto con Federico Graziani “Grandi Vini di piccole cantine”, premiato nel 2013, in una seconda edizione completamente rimodulata, come miglior libro del mondo nella categoria Wine Tourism al prestigioso Gourmand Cookbook Awards. Seguono nel 2008 “Vini d’autore”, nel 2013 “Grandi vini d’Italia”, nel 2015 “Storie di vino e cucina” e nel 2019 “il Taccuino del vino”. Non solo vino ma anche l’impegno con la narrativa; tre i suoi romanzi pubblicati:  “Il profumo degli aghi di pino”, “Le nuvole non aspettano” e “Per come posso” dell’autunno 2020, oltre alla sua quotidiana occupazione, come selezionatore e responsabile delle relazioni esterne per una distribuzione di vini francesi in Italia.

Marco dopo soli due anni torni a parlare di vino con il tuo nuovo libro. Qual è l'obiettivo che ti sei posto con “La grammatica del vino”? 

È un’idea molto semplice, per questo piuttosto complessa nella sua realizzazione: raccontare il vino attraverso un lungo viaggio che parte dal cosa è, dal come si fa, toccando luoghi reali e luoghi dell’anima: dai paesi extraeuropei ai lembi della nostra penisola, fino ad arrivare in profondità, dentro di noi.

 

In giro ci sono sempre più appassionati di vino e in tanti si stanno avvicinando a questo mondo. Il libro è rivolto principalmente ai wine-lovers e neofiti o anche agli addetti ai lavori? 

Fare un libro per tutti è un’ambizione non sempre realizzabile. La casa editrice mi ha chiesto un volume per chi voglia trovare sia le risposte che le domande nel mondo del liquido odoroso più affascinante che esista.

 

Negli ultimi anni tutto il mondo ha subito un'accelerazione importante. Quanto sta cambiando il mondo del vino in Italia?

Le cose del vino stanno cambiando come sta cambiando la società, il costume, le abitudini alimentari, l’approccio a ciò che compriamo per mero edonismo e non per necessità. Credo, oggi, ci si trovi in un momento di pura estetica, a volte molto affascinante a volte piuttosto vuota e pericolosa perché se ne sono persi gli assunti principali: il vino è e rimane frutto della terra e del lavoro dell’uomo.

 

Sono tante le realtà che si stanno affermando in tutto il mondo; ci sono paesi emergenti che potrebbero contendere l'egemonia enologica storica italo/francese? 

Sulla parete di un bar del Cadore, ormai trent’anni fa, campeggiava una scritta: non si cancella ciò che la storia pazientemente ha costruito. Francia e Italia, sono e rimangono i due pilastri enologici mondiali. Ma in tantissimi lembi di mondo oggi si producono vini fantastici e affascinanti. Penso a luoghi geologicamente autorevoli, oppure a luoghi dove la tradizione viticola abbia radici profonde, oppure ancora dove giovani garagisti fanno cose straordinarie, interpretando soggettivamente il potenziale di varietà classiche. Farò dunque tre nomi, l’Argentina della Precordigliera andina, la Georgia delle vinificazioni in anfore di terracotta interrate (kvevri) e i Pinot Noir dell’Oregon.

 

Il libro prende per mano il lettore, stimolando i sensi e la curiosità. Possiamo paragonare la passione per il vino a un viaggio?

Lo dobbiamo fare! Il vino è un viaggio, sempre. È un viaggio nei luoghi, un viaggio nelle diverse varietà, nelle diverse vinificazioni, ma è, ancor più, un viaggio dentro di noi, sulla corda delle emozioni, alla ricerca del ricordo. Il vino è, soprattutto, ricordare e ricordarsi.

 

Un’ultima domanda, anche il tuo libro viaggerà… è in fase di realizzazione un’edizione in lingua spagnola, lo puoi confermare?

Sì, la casa editrice, in coedizione con Anagrama, colosso dell’editoria spagnola, mi ha commissionato un’edizione per la Spagna, appunto, ma anche per tutti i paesi ispanofoni dell’America Latina. Uscirà a febbraio 2022 e avrà un taglio maggiormente legato ai vini di quelle terre.

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