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Dalla redazione
lunedì 21 marzo 2022

Celebri donne e celebri vini

Combinazione vincente

Luigi Lago


Nel 1700 e nel 1800 celebri donne hanno legato il loro nome a prestigiosi vini: la zarina Caterina al suo prediletto Tokaj, Madame di Pompadour allo Champagne e alla sua famosa affermazione:"Lo Champagne è l’unico vino che può rendere più bella una donna che lo ha bevuto". Ma non fermiamoci solo allo Champagne gioiosamente bevuto; ci sono state donne  che con il loro lavoro, la loro coraggiosa imprenditorialità e visione hanno contribuito al suo successo in modo strepitoso. Basti pensare a Madame Nicole Barbe-Ponsardin, che nel 1779 sposò François Cliquot e dopo pochi anni di matrimonio, rimasta vedova, riuscì a creare una nuova marca di Champagne: il famosissimo Veuve Cliquot-Ponsardin salito alla ribalta internazionale. I suoi successi non riguardano solo la commercializzazione, ma anche la tecnica; infatti è proprio nella sua azienda che viene elaborato l’importante sistema di remuage. 

Il remuage è la prima operazione che viene condotta dopo il periodo di riposo del vino sui lieviti in fermentazione. Le bottiglie poste in orizzontale contengono diversi residui solidi che dovranno essere eliminati. Un tempo, ma in alcuni casi anche oggi, le bottiglie venivano poste su dei cavalletti in legno chiamati pupitre, dove era possibile disporre obliquamente le bottiglie in modo che le fecce di fermentazione potessero scendere all’interno della bidule (cilindro di plastica posto sotto il tappo). Per consentire ai residui solidi di scendere velocemente verso il tappo, ogni bottiglia veniva agitata e scossa manualmente, e ad ogni passaggio veniva aumentata la sua inclinazione. Dopo alcuni passaggi le bottiglie venivano a trovarsi in posizione verticale. A questa intraprendente donna del mondo dello Champagne va anche il merito di aver perfezionato il metodo di dègorgement cioè la “ sboccatura “: in breve il procedimento per eliminare dal vino i residui della rifermentazione (lieviti esauriti detti anche feccia) e renderlo così perfettamente limpido e pulito. Un altro nome tra le donne star del vino è quello di Madame Pommery che, rimasta vedova a 33 anni, portò ad un successo sempre più grande i prodotti della sua cantina di Reims.

Nel 1940 è nuovamente una donna della terra dello Champagne, Lilly Bollinger, a salvare l’azienda di famiglia fondata nel 1829. Lily Bollinger era un’altra donna di forte intraprendenza e visione, che ricercava costantemente la qualità, e quando la cantina passò nelle sue mani raddoppiò la produzione. Presiedeva personalmente le degustazioni dei suoi vini e spesso attraversava i suoi vigneti in bicicletta per controllare di persona lo stato di maturazione delle uve. 

Ma avviciniamoci ai giorni nostri. Le donne si sono sempre più affermate nel mondo enologico partecipando con successo alla produzione del vino e alla sua promozione. In Italia nel 1988 nasce l’Associazione delle Donne del Vino, nata per riunire produttrici di vino, addette al marketing, enotecarie, sommeliers, ristoratrici e giornaliste. L’associazione è testimone di una profonda passione personale e professionale fra le donne e il mondo del vino; alla base non solo la considerazione del vino come prodotto commerciale, ma anche e soprattutto come legame unico con civiltà, terra, tradizione, cultura, arte. Il numero delle aziende vitivinicole gestite da donne ha ormai superato il 25% del settore primario italiano, producendo insieme alle imprenditrici agricole il 28% del PIL agricolo. Una rivoluzione iniziata a metà degli anni 80, che oggi interessa tutta Italia e sempre più le giovani donne. Mi piace concludere riportando un passo di un’intervista rilasciata da un' importante donna del mondo del vino italiano, Chiara Lungarotti, che si occupa della produzione della storica Cantina Lungarotti: “Siamo artigiane dell’uva, il nostro ruolo è quello di usare la nostra sensibilità per interpretare le uve."  Il vino è sempre un canto a due voci:della terra, di cui dobbiamo sempre avere rispetto, e della creatività e del talento dei produttori. Come sempre cin-cin e buona degustazione, magari proprio con un vino prodotto con tanta passione da una donna, e visto che in questo mese si celebra la Festa del Papà l'idea che vi propongo è di regalare una bottiglia di vino di una cantina “al femminile“.

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