Marco Gallinaro
Potete chiamarli vini frizzanti naturali, petillant naturelle (Pet-Nat, se preferite) o semplicemente vini “colfondo”, scritto rigorosamente tutto attaccato. Sono loro, i vini lasciati rifermentare spontaneamente in bottiglia, i protagonisti di una serata assolutamente fuori dagli schemi, frutto dell’incontro tra il mondo del vino e quello della musica.
A condurla magistralmente Gianpaolo Giacobbo, eno-giornalista, cultore e appassionato esperto di musica rock, capace di raccontare con verve e passione alcune tra le più significative espressioni del mondo dei rifermentati in bottiglia abbinando a ciascuna di esse un brano di musica punk, da ascoltare prima della degustazione.
Sin dagli inizi del secolo scorso era prassi lasciare fermentare le uve con i loro lieviti indigeni ed imbottigliarle senza filtraggi o sboccatura. Il tepore della primavera risvegliava i lieviti rimasti all’interno della bottiglia e la fermentazione, interrottasi a causa del freddo invernale, ripartiva donando a questi vini le bollicine naturali che li contraddistinguono.
A partire dal 2010 questa tradizione, che negli anni rischiava di andare perduta, torna prepotentemente di moda grazie soprattutto all’avvento delle nuove generazioni di produttori, attenti e preparati ma soprattutto profondi conoscitori del territorio e delle sue tradizioni.
Ha così inizio la cosidetta nouvelle vague dei Pet–Nat, realizzati con un approccio tutto nuovo, volto a ritrovare l’equilibrio migliore nel calice attraverso la ricerca dei terroir più adatti, dei vitigni più vocati, del dosaggio più opportuno.
Vini da conoscere ed esplorare, ma anche vini da aspettare e scoprire nel tempo perché in grado di evolvere e farsi apprezzare ben oltre l’annata di vendemmia.
Sono vini rivoluzionari, capaci di rompere gli schemi della tradizione a partire dall’aspetto, spesso velato, o dalla freschezza, talvolta sopra le righe. Vini ribelli, che si prendono il lusso di non piacere. Vini di rottura un po’ come il punk, genere musicale che a partire dagli anni Settanta ha scardinato convenzioni e paradigmi della musica leggera.
La Biancara - Garg’n’Go 2021
Iggy Pop and the Stooges – Search and Destroy
Paglierino vivace, dal perlage cremosissimo. Intensi i profumi di lime e pompelmo, cui si accompagnano note erbacee di salvia, timo e sentori di pepe bianco. Il sorso è snello, vivace, trainato da una spiccata freschezza e da una decisa sapidità. 80% garganega - 20% durella
Monteversa - Primaversa 2021
Ramones - Sheena is a punk rocker
Giallo dorato, a tratti quasi aranciato reso ancor più intenso da una velatura marcata. Il naso è potente e sorprendente, con note di bergamotto e mandarino, sentori balsamici di eucalipto ed un finale amaricante che ricorda le birre Lambic. Il sorso è pieno, carnoso, retto da note quasi saline e ritorni di freschezza. 100% moscato giallo
Pueyo - Galipette 2021
The Damned – Neat Neat Neat
Siamo a Bordeaux, nell’Aoc Sant Emilion e questo divertissement del produttore (che produce un ottimo grand cru) colpisce sia al naso, con note di fiorellini bianchi, camomilla e tiglio sia al palato dove si rivela cremoso e ricco oltre che piacevolmente sapido. 30% muscadelle, 60% sémillon, 10% sauvignon blanc
Miotto - ProFondo 2020
Bad Religion – Generator
Piacevolmente velato nel suo colore giallo paglierino, si presenta con un naso delicato e fine sui cui oltre ai sentori di erba tagliata e frutta bianca, spiccano note minerali di gesso e talco. Al palato, dove stupisce la cremosità della bollicina, ritornano le note sapide che accompagnano un finale amaricante. 100% glera
Tre Monti - Anablà 2020
Bauhaus- - She’s in parties
Paglierino intenso, velato, con un profilo olfattivo più etereo, pieno di note di canfora, cardamomo ed un finale salmastro. Al palato stupisce l’infinita persistenza, dove le note agrumate ed i sentori fruttati sembrano non finire mai. 100% albana
Malibran - Sottoriva 2020 e Sottoriva 2016
Rumatera – California Punk Rock
Due annate a confronto, terreno più grasso, argilloso. Il 2020 si dimostra subito molto elegante, tra note di erbe officinali, asparago bianco, zest di limone e sentori minerali. L’attacco è cremoso, con una bollicina molto elegante e un perfetto equilibrio tra sapidità e freschezza.
Il 2016 stupisce sin da subito per la sua integrità, nessuna traccia di ossidazione. Perfetto al naso, tra cedro candito, sale di Cervia e nocciola; presenta poi piacevoli segni d’evoluzione al palato con una struttura più morbida, una spuma minuta ed un ritorno di note di zafferano. 100% glera per entrambi
Bele Casel - ColFondo Agricolo 2009
The Offsprings – The kids aren’t alright
Continua il viaggio nel tempo, arrivando fino al 2009. Non c’è traccia di ossidazione in questo campione che non mostra i segni dell’età. Stupisce l’olfatto, con una piacevole nuance gessosa, una nota di pesca e un tocco agrumato, ma sorprende soprattutto il sorso maturo, con note di frutta esotica e mela cotogna, sorretto da un’acidità impressionante non tradisce i tredici anni dalla vendemmia. Glera, perera, bianchetta.