Wine Experience
Dalla redazione
giovedì 8 novembre 2018

Cuvèe del fondatore

Verticale solidale da Graziano Merotto

Massimo Zardo


A distanza di due anni dalla nostra ultima visita, Graziano Merotto ha riaperto le porte della sua cantina ai sommelier di AIS Treviso per un'occasione davvero speciale. Protagonista è stata un'eccezionale verticale delle ultime dieci annate di una delle pietre miliari nel panorama spumantistico del Conegliano-Valdobbiadene: la Cuvée del Fondatore. Ottenuta solamente con le uve provenienti dalla rinomata Parcella 86, è un Rive di Col San Martino in versione brut, in cui Graziano Merotto esprime tutta la passione per la sua terra e la propria esperienza di oltre quarant’anni di duro lavoro. A rendere ancora più importante questa degustazione è il risvolto sociale. La serata è infatti stata offerta a titolo completamente gratuito dal Sig. Merotto, mentre le quote di partecipazione dei nostri sommelier sono state devolute in beneficenza alla Fondazione "Oltre il Labirinto”. Si tratta di una Onlus che si occupa di sostenere famiglie con figli colpiti da autismo in un percorso di inserimento attivo nella società, per far sì che acquisiscano maggiore autonomia nella loro vita e cercare di ridurre così la loro dipendenza dai genitori.

Torniamo ora alla cronaca della serata. Al nostro arrivo troviamo ad accoglierci il Sig. Graziano assieme all’enologo Mark Merotto e alla responsabile del marketing Sonya Zanolla, che saranno i nostri ciceroni per tutta la serata. Intanto in un angolo della sala, su un grande camino, già cuoce uno splendido spiedo di carne che per un momento attira la nostra attenzione distraendoci dal vero motivo della nostra visita. È solo un attimo, poi il classico sospiro prodotto dalla stappatura di uno spumante ci fa ritornare concentrati. Le bottiglie portate alla giusta temperatura fanno bella mostra in un angolo. Sui tavoli i bellissimi bicchieri Zalto sono pronti, e noi pure. Iniziamo! Decidiamo di servire tutti i vini assieme e degustarli senza pause, lasciando i commenti e le opinioni alla fine. Per i successivi trenta minuti, nella sala regna il silenzio più assoluto, rotto solamente di tanto in tanto da cenni di stupore o approvazione per questa o quella annata. Siamo rapiti da quello che troviamo nei calici. La classe e l’eleganza che tutti riconoscevamo alla Cuvée del Fondatore è pienamente confermata. Ma quello che sorprende anche i degustatori più esperti sono la tenuta nel tempo e la perfetta evoluzione che essa dimostra. Nessun cedimento, nessun segno di ossidazione, che fa capolino solo nelle due annate più vecchie, ma invece una straordinaria freschezza di profumi e una grande vivacità al palato sono il segno che ci troviamo di fronte a un fuoriclasse. Mark Merotto ci spiega con puntualità l’andamento climatico delle varie annate e gli accorgimenti adottati sia in vigneto che in cantina: non possiamo che constatare come lui e il suo team siano riusciti a interpretarle nel modo migliore.

Alla fine, tramite un breve sondaggio, proviamo a trovare l’annata migliore, ma le preferenze si distribuiscono equamente su tutti i dieci assaggi a rimarcare la grande costanza qualitativa e la longevità della Cuvée. Nel frattempo ci avvisano che lo spiedo è pronto e noi siamo ora più rilassati. La serata continua in allegria tra scambi di opinioni, ottimo cibo e tante domande alle quali Graziano, Sonya e Mark rispondono con precisione e cortesia.
Senza accorgercene si è fatto tardi e non ci resta che ringraziare tutti per la splendida accoglienza che, una volta di più, ci hanno riservato dandoci appuntamento per il prossimo futuro.

Grazie Graziano per questa meravigliosa esperienza.

Di seguito le impressioni di degustazione, mie in combinata con Federico, sui campioni della verticale:

2017 – Freschissimo sia al naso che in bocca, è un concentrato di lime e mela verde. Archetipo del Valdobbiadene in quanto a eleganza e piacevolezza. Seppur gustosissimo fin da ora, merita ancora qualche mese in più di affinamento per arrivare al top.

2016 – Luminosità ipnotica, con profumi che si sviluppano su fiori di sambuco, timo, maggiorana, camomilla e pesca bianca. Campione che risulta più sapido che fresco, rispetto al precedente, ma i coerenti ritorni di frutta fungono da amalgama a tutto vantaggio dell’equilibrio.

2015 – Il finissimo perlage esalta raffinate note di mela golden, ananas, fiori gialli e una interessantissima nuance di erbe aromatiche. Nessun cedimento al palato. Grande dinamismo e pulizia anche nella chiusura che ricorda la mandorla amara.

2014 – Un millesimo preannunciato terribile sia per le temperature che per le precipitazioni, ma la buona chiusura di fine stagione invece ha ripagato i temerari. Si presenta con riflessi dorati e ottima vivacità. All’olfatto esprime autorevolezza con note di cardamomo e cera d’api, netta, che ritroviamo anche al sorso, assieme al babà al rum e chiusura ammandorlata. Lungo.

2013 – Annata calda che all’olfatto regala miele, biscotti al burro, mela golden e una leggera tostatura. Bocca importante, dal leggero sentore di brandy di ottima qualità. Finale ammandorlato e di buona lunghezza.

2012 – Paglierino chiaro, vivacissimo e con ottima rifrazione. La frutta matura fa da padrone: melone bianco, pesca gialla, susina e ananas sono contornate da giaggiolo e giglio. Al palato è largo, con coerenza si ripropone il frutto maturo, bilanciato da bella sapidità. Azzardo ricordare un satèn?

2011 – Colore intenso e grande finezza di profumi. Mela golden, tarassaco e caramella d’orzo si stagliano netti. Cremoso e vivissimo di freschezza al palato, dove anche la sapidità gioca un ruolo importante a tutto vantaggio di un ottimo equilibrio.

2010 – È brillante con seppur tenue tonalità che disegna l’oro nel calice e fa pensare ad un metodo classico. Olfatto complesso in cui non è difficile scorrere note di miele, fiori di campo, susina gialla, rosa gialla, anice, curry. Impatto gustativo decisamente elegante, dai ritorni mielati e freschi.

2009 – Grande luminosità. Elegantissimo al naso, dove dieci anni sulle spalle si traducono in sentori di leggera ossidazione, miele, fieno e frutta matura. Al gusto l'evoluzione regala invece mandorle tostate e nocciole esaltate dalla sorprendente freschezza. Inaspettato.

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