Wine Experience
Dalla redazione
lunedì 6 dicembre 2021

Borgo delle Casette: una verticale mozzafiato

Atmosfera delle grandi occasioni

Claudio Calvello


La degustazione, organizzata dalla delegazione AIS di Padova, si è tenuta giovedì 11 novembre 2021 nella splendida cornice offerta dalla sala del Ristorante “La Montanella” di Arquà Petrarca del Patron Giorgio Borin, presente anch’egli all’evento.

La serata è stata magistralmente presentata e condotta dal delegato Alberto Romanato.

L’atmosfera che si respirava era quella delle grandi occasioni: le presenze del titolare dell’azienza Carlo Giordani, dell’enologo Andrea Boaretti e del cantiniere Matteo Zanaica non lasciavano dubbi in proposito.

Prende, quindi, la parola il Dott. Carlo Giordani, che racconta ai numerosi presenti accorsi all’evento (sold out) che l’azienda è stata rilevata dalla Sua Famiglia nel ’99 e da allora se ne è occupato personalmente supportato dal preziosissimo lavoro dell’enologo Andrea Boaretti, dal cantiniere Matteo Zanaica nonchè dell’agronomo Filippo Giannone.

Si passa quindi alla degustazione con l’attenta regia del Dott. Andrea Boaretti.

Borgo delle Casette 2016

Annata mite con piogge abbondanti ma regolari, temperatura regolare per tutta la primavera così come regolare è stata pure l’estate senza bolle di caldo. Settembre e ottobre con temperature superiori alla media, scarse precipitazioni, preludio di una grande annata. Vendemmia 30 settembre 15 ottobre. È stato l’anno che ha coniugato perfettamente la quantità alla qualità.

Il colore è rosso rubino acceso molto intenso, al naso si apre subito con una nota di frutta matura supportata da una alcolicità importante. In bocca, i due anni di barrique non si sentono: c’è perfetto equilibrio tra l’aroma del vino ed il legno della barrique. Si sente un fruttato fresco quasi fragrante, mora di rovo, mora di gelso nero, ma anche caffè tostato e pepe piccante. Sottile scorrevole poi si allarga con un tannino suadente, delicato mai irruento mai amaro. Si comincia a sentire anche una nota di mineralità. Siamo di fronte ad un vino già esaltante ancorchè molto giovane, che si trova nella fase iniziale della sua evoluzione con la certezza, tuttavia, di avere davanti a sé l’eternità.

Borgo delle Casette 2012

Dopo un inverno freddo che si protrae fino a fine marzo, arriva il caldo sopra le medie che anticipa la maturità delle piante. Ad aprile e maggio torna però il freddo con ghiacciate e grandinate che causano diradamenti. Da giugno la temperatura si stabilisce sopra i 30 gradi e non ha mai piovuto per circa tre mesi. Raccolta dal 10 al 12 settembre. Non solo la vendemmia è stata messa in salvo grazie all’impianto di cui si è dotata l’azienda che consente l’irrigazione a goccia, ma la qualità dell’uva è stata perfetta.

Il colore non ha cedimenti. Al naso la frutta è esplosiva, con sottili pennellate di toni balsamici. In bocca un’esplosione di frutta addirittura più fresca della precedente degustazione. Il corredo aromatico è perfettamente equilibrato (il legno non prevale sul frutto e viceversa). L’acidità è bilanciata ed il tannino più integrato nel vino senza alcuna traccia di ruvidità. L’alcol quasi non si percepisce. Fortissima la concentrazione minerale che lo porta verso un ambiente salato da riva di mare, quasi amaricante. Persistenza lunghissima.

Borgo delle Casette 2006

Annata difficilissima partita in sordina nella fase iniziale: nella primavera ha iniziato a piovere e non ha smesso fino ai primi caldi con perdita di tanta uva. Poi ha girato al bello: inizio estate caldo e secco per giungere ad agosto-settembre con caldo e pioggia alternati. Raccolta dal 4 al 10 ottobre.

Colore: l’unghia comincia a mostrare un pò di maturità ma il vino mantiene ancora un colore bello, vivo, brillante e accesso. Al naso si alternano evoluzioni sensoriali viranti su tartufo, tabacco, spezia bianca, noce moscata, cocco. Ha bisogno di respirare, va aspettato nel bicchiere, muta di minuto in minuto. In bocca ha tutto un suo dire: pur essendo un 2006, mantiene la frutta ed una lunga salinità mentre il tannino è ancora un filo ruvido (è stupendo pensare che si levigherà col tempo). Più passa il tempo dentro al calice e più torna la nota minerale. L’alcol di 14,5 praticamente non si sente.  

Borgo delle Casette 2000

L’inverno è stato mite, la primavera fortemente anticipata ed il caldo estivo non ha mai mollato la presa. Raccolta il 26 settembre.

Il colore impressiona: è ancora impenetrabile dopo ben 21 anni, ancora molto vivace, sembra un vino giovane! Al naso si percepisce chiaramente una nota di cassis che si apre in un equilibrio talmente perfetto da destare imbarazzo. Gli anni hanno giovato a questo nettare: hanno mitigato il legno e fatto uscire il frutto che inizialmente era un po' nascosto. In bocca si sente l’annata calda perchè manca un pò di freschezza acida ma questo deficit è controbilanciato da un sale che lo tiene in piedi e lo accompagna lungo tutto il palato rendendolo non solo piacevole ma esaltante. <C’è ancora un filo di tannino in spinta che deve ancora un po' chiudersi dovuto alla sovraestrazione da parte della barrique nuove> fa notare Boaretti il quale coglie l’occasione per spiegare alla sala attenta e ormai completamente rapita: <nel 2000 utilizzavamo barrique nuove al 50%, successivamente siamo scesi al il 30%>.

Borgo delle Casette 1998

<Qui siamo alle prime armi. Abbiamo solo la consapevolezza che stiamo facendo qualcosa di buono ma solo il tempo ce lo dirà> dice Boaretti. Annata bellissima: primavera molto calda con un anticipo vegetativo delle piante. Ci sono state parecchie perdite per le gelate e la vendemmia è stata piuttosto tardiva essendo iniziata i primi di ottobre.

Il colore è sorprendentemente ancora bello vivo, 23 anni ben portati. In bocca è il più astringente di tutti. È un 13,5 gradi con spinta tannica, non amara, ma non perfettamente integrata nel vino. <C’è una nota di erbacità ancora non composta>, sostiene Boaretti, <è da lì è partito il nostro cambio di visione del Borgo della Casette>. Ha fatto un periodo di affinamento nelle “famose” barrique del’Ornellaia, ricorda l’Enologo, ricordando che stiamo, di fatto, pur sempre degustando un vino del secolo scorso. Nel mentre il Dott. Boaretti ci accompagna in questa favolosa degustazione il vino, d’incanto, si apre a noi tutti regalandoci note terziarie che vanno dal cioccolato al cuoio alla nota balsamica mentolata e quel “difetto” (ma poi lo era?) fattoci notare dall’Enologo diventa poca cosa, anzi, sparisce lasciando il campo aperto allo stupore dei presenti che di fronte ad un nettare di ben 23 anni fa, non lesinano attestati di ammirazione e sinceri complimenti.   

articoli correlati
Sette sfumature di grigio
lunedì 14 ottobre
La Botrytis Cinerea in Europa
La Lacrima di Morro d'Alba
giovedì 10 ottobre
Il Profumo di una Terra
Vanduja
martedì 8 ottobre
Missione Pavana
Alto Adige
lunedì 7 ottobre
Regno di luce, risorse naturali e sinergie umane